Da quando, nel gennaio 1975, Altair 8800, il primo personal computer della storia, è apparso su Popular Electronics, dando ufficialmente inizio ad un’avventura che in meno di trent’anni porterà alla vendita di un miliardo di computer e all’incontro di almeno due miliardi di persone con mouse, tastiere, posta elettronica, Internet, il termine frame, nella sua accezione di cornice, riquadro, struttura, è entrato a far parte del lessico di un numero sempre più vasto di individui di ogni tipo e di ogni parte del mondo.
La scelta di usare tale termine per raccontare, dare senso, tenere assieme eventi, fatti, idee, proposte che si riferiscono al fantasmagorico mondo dell’e-learning, al ruolo e all’importanza che in esso rivestono le Università telematiche, in primo luogo quelle che a tale titolo operavano, sulla base del d.i. del 17 aprile 2003 come modificato dal d.i. del 15 aprile 2005, nel nostro Paese, nell’anno accademico 2005/2006, è dovuta però a una sua accezione molto meno popolare, partorita dal genio di Erving Goffman , che, nei suoi aspetti fondamentali, può essere così sintetizzata: per comprendere un flusso di eventi è necessaria una cornice cognitiva che consenta di collocarli in un contesto sociale; il passaggio da un livello all’altro della realtà, la gestione della complessità sociale, sono traducibili nell’attività di togliere e mettere cornici (framing).
L’auspicio è che l’attività di framing possa contribuire a fornire un contesto alle nostre storie senza perdersi nei labirinti del caso per caso.
La scelta di usare tale termine per raccontare, dare senso, tenere assieme eventi, fatti, idee, proposte che si riferiscono al fantasmagorico mondo dell’e-learning, al ruolo e all’importanza che in esso rivestono le Università telematiche, in primo luogo quelle che a tale titolo operavano, sulla base del d.i. del 17 aprile 2003 come modificato dal d.i. del 15 aprile 2005, nel nostro Paese, nell’anno accademico 2005/2006, è dovuta però a una sua accezione molto meno popolare, partorita dal genio di Erving Goffman , che, nei suoi aspetti fondamentali, può essere così sintetizzata: per comprendere un flusso di eventi è necessaria una cornice cognitiva che consenta di collocarli in un contesto sociale; il passaggio da un livello all’altro della realtà, la gestione della complessità sociale, sono traducibili nell’attività di togliere e mettere cornici (framing).
L’auspicio è che l’attività di framing possa contribuire a fornire un contesto alle nostre storie senza perdersi nei labirinti del caso per caso.
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