martedì 3 luglio 2007

Frame 4. Credit hunter

Il cacciatore di crediti può essere a giusta ragione considerato una delle più significative conseguenze inattese prodotte dal d.m. 509/99. Le tre brevi storie che seguono aiuteranno a comprenderne le caratteristiche principali.

La prima storia è quella di C. P., brillantemente laureatasi (laurea triennale) in «Scienze della Comunicazione» dopo aver sostenuto 32 esami con risultati eccellenti (una media ponderata dei voti tra il 29 e il 30). Nel corso del lavoro di tesi, il relatore chiede a C. P. come ha fatto a fare 32 esami in 3 anni ottenendo peraltro risultati tanto brillanti. La risposta della ragazza è spontanea quanto fulminante: «La cosa più importante è riuscire a resettare completamente la memoria ogni volta che si finisce un esame. Meno rimane, meglio è. Altrimenti non ce la si fa».
La seconda storia ha per protagonista M. D., che in una calda giornata di fine giugno si presenta per l’esame di «Sociologia Industriale» da 3 CFU. Dalle risposte alle prime domande traspare chiaramente che M. D. ha studiato. Taylorismo e fordismo li conosce a fondo. E se la cava bene anche sull’evoluzione del concetto di tempo nella società industriale. Ad un certo punto il professore le dice: «Aris Accornero a questo proposito scrive che…». Dallo stupore dipinto sul volto della ragazza capisce che non sa chi è. Di questi tempi la cosa non sarebbe così rilevante se Accornero non fosse, oltre che un importante sociologo, l’autore del manuale sul quale la ragazza in questione ha imparato le cose che ha appena ripetuto su Taylor, Ford, il concetto di tempo, ecc.

La terza storia è quella di P. D. G. Logorroico e confusionario almeno quanto intelligente, lui la faccenda la racconta da solo così: «Il non perdere tempo è diventato un’ossessione. […] Si corre a destra e a manca per cercare di non perdere i corsi, i seminari, i laboratori, le prove intercorso, i corsi di formazione, il lavoro part time, gli esami, fino a quando non si comincia a riflettere e a selezionare gli obiettivi. Ma purtroppo anche questo non basta, perché nessuno sta lì ad aspettarti. Tempo soggettivo e tempo sociale continuano a fare a pugni e l’unica possibilità è quella di ritornare a correre, più forte di prima, per riguadagnare il tempo perduto».

La morale delle tre storie è presto detta: l’Università «riformata» produce cacciatori di crediti. Credit hunter, per l’appunto. Che per definizione non hanno tempo per apprendere. Per approfondire. Per capire. Possono al massimo imparare. Fare l’esame. Resettare. Imparare. Fare l’esame. Resettare.
Con il passare degli anni il cacciatore di crediti subirà una ulteriore mutazione: al tempo dell’Università «riformata» i crediti infatti non si conquistano, si riconoscono. La caccia ai crediti si struttura, di norma, nell’ambito di una convenzione. A cacciare non è più il singolo iscritto, ma l’Associazione, l’Ordine, la Struttura, l’Organizzazione. E naturalmente non sfuggono alla regola le Università telematiche.

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