martedì 3 luglio 2007

Frame 16. Made in GB

A novembre 2006 l’Università di Bristol, Inghilterra, ha reso noti i risultati di una ricerca («InterActive Education: Teaching and Learning in the Information Age»), durata alcuni anni, avente l’obiettivo di indagare le possibilità di utilizzo delle nuove tecnologie del-l’informazione e della comunicazione al fine di migliorare l’insegna-mento e l’apprendimento nella scuola.
Cosa hanno scoperto i ricercatori inglesi?
Che anche dopo l’avvento delle NTI gli insegnanti continuano ad avere un ruolo centrale nei processi si apprendimento dei ragazzi, indipendentemente dal livello di utilizzo delle tecnologie. E che, nonostante i massicci investimenti realizzati, oltre un miliardo di sterline, le NTI continuano ad essere utilizzate nelle scuole in modo sporadico, frammentario, senza una strategia in grado di cogliere e sviluppare appieno le straordinarie possibilità connesse al loro utilizzo e sviluppo.
Almeno tre, secondo gli autori della ricerca, le principali ragioni dell’assai deludente rapporto esistente tra investimenti realizzati e risultati conseguiti:

1. lo scarto assolutamente eccessivo tra la spesa in hardware e software (reti, computer, programmi) e la spesa in formazione necessaria a sviluppare le capacità di docenti e studenti di usare le tecnologie per comunicare e apprendere di più e meglio, ad evitare che i computer diventino una sorta di suppellettili o, nel migliore dei casi, delle macchine per scrivere o fare calcoli;
2. la scarsa confidenza, in molti casi l’ostilità, degli insegnanti con le ICT, considerate più un ostacolo che un’opportunità (ancora una volta, senza qualcuno che li aiuti ad apprendere quali sono le possibilità metodologiche e di contenuto connesse all’utilizzo delle ICT in classe sarà molto difficile invertire la tendenza);
3. la diffusa, reiterata, colpevole sottovalutazione delle opportunità connesse ai processi di apprendimento di tipo informale.

La terapia che i ricercatori di Bristol propongono per invertire la tendenza si basa sulla costruzione di reti (network), una per ogni materia scolastica, nelle quali gli insegnanti lavorino a stretto contatto con i ricercatori per disegnare e valutare progetti che introducano l’utilizzo delle NTI come strumento di apprendimento. Combinando conoscenze di ricercatori e docenti ed esigenze e interessi degli studenti sarà possibile a loro avviso cogliere le opportunità connesse all’utilizzo delle NTI, determinare proposte d’uso in sintonia con le esigenze reali della classe, rendere disponibili per il lavoro delle classi i risultati raggiunti dai diversi network di ricerca.

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